Ludwig Feuerbach
Ludwig
Feuerbach nasce nel 1804 da una agiata famiglia bavarese. Studia teologia a
Heidelberg e filosofia a Berlino, dove ha come insegnante Hegel. Finiti gli
studi si dedica all'insegnamento.
Conduce
una vita tranquilla che viene interrotta dalla pubblicazione del libro
"Pensieri sulla morte e l'immortalità". Per quanto pubblicato viene
accusato di essere uno "spirito libero", di essere ateo e di essere
addirittura l'anticristo. Abbandona pertanto l'insegnamento continuando a
studiare. Nel 1841 pubblica "L'Essenza del Cristianesimo" che lo
rende famoso. Sono soprattutto i giovani ad essere entusiasti delle sue
coraggiose tesi in materia religiosa. Egli non abbandonerà mai la sua vita
ritirata. Muore nel 1872 a Norimberga dopo aver trascorso gli ultimi anni paralizzato
da un ictus.
L'attenzione
per l'uomo come essere sensibile e naturale
Nonostante
da giovane Feuerbach avesse seguito le lezioni di Hegel, si rende conto che il
pensiero hegeliano trascura un aspetto che lui ritiene fondamentale: l'uomo
concreto. L'uomo non viene pertanto visto dal punto di vista spirituale
(Romanticismo) o razionale (Illuminismo) ma come figura "naturale"
che ha la sua essenza nella corporeità e nella materia.
-
evidenzia la necessità di considerare l'uomo nella sua dimensione sensibile (la
sua essenza).
-
Feuerbach si concentra sull'umanità, vista come insieme di esseri naturali e
concreti, facenti parte di una comunità sociale e con specifici bisogni
materiali -> maggiore attenzione alle condizioni di vita delle persone
(devono essere prese in considerazione per qualsiasi progetto di miglioramento
della società)
-
era convinto che per elevare il livello spirituale del popolo fosse necessario
migliorare la sua situazione materiale (ad esempio gli aspetti legati alla
sanità, alla alimentazione ecc...) che ne rappresenta la base.
· Qui si
nota in modo chiaro l'opposizione alle astrazioni operate dall'idealismo (che
pensava la realtà come fondata sulle idee) e la necessità di rivalutare gli
aspetti concreti dell'esistenza -> in ciò consiste il cosiddetto MATERIALISMO
NATURALISTICO di Feuerbach -> secondo cui alla base di ogni cosa si
deve porre appunto la natura, la realtà ontologica primaria.
-
nell'attenzione per la qualità di vita dell'uomo, la teoria del filosofo rivela
un aspetto filantropico (di amore e disposizione per le condizioni dell'uomo),
che va di pari passo con l'impoverimento e la miseria causati, proprio nel
corso dell'800, dal nascente industrualismo e dalle dure condizioni a cui erano
sottoposti i cittadini.
L'essenza
della religione
Fin
da giovane si dedica alla religione e si chiede quale sia la sua essenza, in
particolare riferendosi al Cristianesimo.
A
tale argomento è dedicata la sua opera maggiore L'Essenza del Cristianesimo,
che segna il passaggio da una concezione teologica (che era propria anche di
Hegel) a una antropologica, detta anche UMANISMO per la centralità
attribuita all'uomo naturale e sensibile.
Nella
sua opera Feuerbach sostiene che NON esiste alcun essere divino dotato di
esistenza autonoma -> l'idea di Dio deriva dal fatto che l'uomo proietta
fuori di sé le sue qualità più elevate e le oggettiva in un essere perfetto, a
cui si sottomette
· Non è più Dio a creare l'uomo a propria
immagine e somiglianza, ma è l'uomo a "creare Dio", producendo
un'idea di divinità nell'immaginazione e nella rappresentazione.
Infatti,
le caratteristiche attribuite a Dio dalla tradizione (ragione, volontà e amore)
sono caratteristiche umane esternate in un oggetto di fantasia → In Dio queste
caratteristiche sono elevate alla perfezione, ma essa diventa l'aspirazione
stessa dell'uomo che prende il divino come esempio
->
Dio è quindi la realizzazione ideale dei bisogni dell'umanità e al contempo, la
personificazione delle sue doti migliori.
Perché
l'uomo tenderebbe a "creare" Dio?
Secondo
Feuerbach bisogna rifarsi a cause di natura psicologica: l'uomo viene guidato
in questi senso da un forte sentimento di dipendenza che avverte nel proprio
animo -> l'uomo venera come Dio ciò da cui si sente dipendente e a lui attribuisce
il meglio di se stesso
-
in realtà ciò da cui dipende veramente è la NATURA, sia quella esterna (agenti
atmosferici, fenomeni fisici, animali, vegetali ecc...) che quella interna
(desideri, passioni, impulsi,
istinti...).
L'alienazione
religiosa
La
religione porta ad un impoverimento che Feuerbach definisce
"ALIENAZIONE"
· L'uomo aliena la propria essenza, cioè la pone
fuori di se (in un essere trascendente) proiettando nella entità superiore i
suoi caratteri positivi, i suoi desideri ed aspirazioni, dimenticando che
quanto attribuisce a Dio, in realtá appartiene a lui.
-
Si ritrova pertanto impotente e sottomesso. Questa è chiaramente una situazione
infelice -> quindi un recupero, da parte degli uomini, della dignità e del
valore.
-
Per Feuerbach diventa un obbligo morale l'abbattimento della religione.
Nella
sua opera il discorso religioso diventa politico → L'ateismo diventa pertanto
il presupposto per l'emancipazione dell'umanità.
Kommentare
Kommentar veröffentlichen