L'idealismo estetico di Schelling
La filosofia di Schelling si differenzia dagli altri filosofi idealisti per l'affermazione della centralità della natura.
- per lui, il principio infinito creatore della realtà è
l'assoluto, in cui spirito e natura, soggetto e oggetto vengono conciliati in
una superiore unità
Unità differenziata di spirito e natura
- Schelling, figlio ed erede della cultura romantica che preferisce
il sentimento, in grado così di unificare soggetto e oggetto, spirito e natura
- il filosofo assegna a tale dimensione una propria esistenza
autonoma e indipendente dalla rappresentazione dell'uomo -> acquista una
nuova centralità e importanza in quanto è intrisa di infinito ed è un miracolo
vivente, perenne fonte di meraviglia
- per Schelling, la natura è spirito solidificato e
addormentato e la spiritualità che contiene può essere colta dall'uomo
attraverso l'esperienza estetica
- il principio assoluto della filosofia schellinghiana
è costituito dall'unità indifferenziata di spirito e natura, Io e non-Io,
soggetto e oggetto, pensiero e mondo -> una posizione in cui si avverte
l'eco del pensiero di G. Bruno e di B. Spinoza, che ponevano panteisticamente
la natura e Dio come originari e infiniti
Le due direzioni della filosofia
In Schelling l'accento è posto sull'identità tra natura e spirito:
- la natura è lo spirito nella sua forma inconscia e "pietrificata"
- lo spirito è la natura smaterializzata
Nell'idealismo schellinghiano la natura ha in sé stessa
quella tensione tra soggetto e oggetto, conscio e inconscio, attività e
passività.
L'assoluto non si indentifica né con il soggetto né con
l'oggetto, ma si pone al di là di essi, costituendo la loro comune radice.
- La filosofia della natura parte dalla natura e giunge allo spirito. Essa riconosce come lo spirito sia "visibile" (-> studia proprio le forme con cui la spiritualità emerge dalla materia)
- La filosofia dello spirito che parte dallo spirito e giunge alla natura. Essa coglie nello spirito una "natura invisibile"
NATURA = graduale processo attraverso cui lo spirito si
sviluppa e si rivela per raggiungere nell'essere umano la sua piena
realizzazione.
-> tale concezione porta Schelling a una visione
organistica e finalistica, in cui ogni parte del reale ha senso solo in
relazione al tutto e alle altre parti, e in cui esiste una finalità intrinseca
alla natura stessa
- la filosofia dello spirito ridiscende dalla natura, indagando
quel processo grazie al quale il soggetto si scopre fonte della realtà.
-> in tale processo in cui il soggetto giunge
progressivamente alla coscienza di sé si possono individuare tre fasi:
1) la prima procede dalla sensazione, che implica la
passività del soggetto di fronte ai dati, all'intuizione produttiva, in cui il
soggetto si scopre capace di superare il limite imposto dai dati oggettivi
2) la seconda va dall'intuizione produttiva alla riflessione,
in cui l'Io diventa oggetto di se stesso, sdoppiandosi in soggetto che conosce
e oggetto conosciuto
3) la terza va dalla riflessione alla volontà, grazie a cui
il soggetto, distaccandosi dagli oggetti, si coglie come volontà e spontaneità
La concezione dell'assoluto ha una forte valenza religiosa,
anche se il principio teorizzato da Schelling non corrisponde alla concezione
cristiana di un Dio personale e creatore del mondo.
Esso si può qualificare come il principio divino immanente e
permanente che si auto-realizza e si manifesta in tutti i livelli della realtà
e dunque implica una visione panteistica.
Per Schelling è da questa contrapposizione dialettica di
contrari, interna a Dio stesso, che discende tutto l'universo.
Arte come supremo organo conoscitivo
- il mondo per Schelling è l'incarnazione dell'assoluto
- secondo lui, lo strumento conoscitivo in grado di attingere
le profondità originarie della vita e della natura è l'arte, un'attività in cui
l'infinito viene colto nella sua unione con il finito
- l'arte è intuizione estetica, ossia capacità di penetrare
l'infinito attraverso le sue espressioni concrete, ad esempio la bellezza
- l'intuizione estetica può essere l'organo di rivelazione
dell'assoluto in quanto è la sola attività umana in cui oggetto e soggetto,
conscio e inconscio si trovano compenetrati: da un lato, l'artista opera in
base a competenze e abilità tecniche, secondo scelte consapevoli; dall'altro è
sottoposto all'influsso dell'ispirazione, un potere che lo costringe a
esprimere o rappresentare "cose che lui stesso non vede perfettamente e il
cui senso è infinito"
- l'arte risulta uno strumento adeguato a cogliere il mistero
dell'universo
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